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Immagine del redattoreMattia Bizzotto

[VITTIMA O CARNEFICE?]

Hai mai sentito parlare della sindrome di Stoccolma?


Praticamente sarebbe quando qualcuno che viene ripetutamente maltrattato prova dei sentimenti positivi nei confronti del suo aguzzino.


Insomma, gli piace.


Ti sembra una cosa strana, lo so.


Mentre leggi starai pensando: è impossibile essere attratti o provare affetto verso qualcuno che ti sta facendo del male. Si tratterà di soggetti particolari, con delle patologie magari.


Sei proprio sicuro che a te non sia mai successo qualcosa di simile?


Sicuro sicuro?


Ti faccio un esempio pratico, e poi te lo chiederò di nuovo.


Prendiamo un’azienda che lavora nel campo del network.


Tu stavi vivendo la tua più o meno triste e insoddisfacente vita, finché non hai incontrato qualcuno che ti ha fatto scoprire questo mondo meraviglioso.


Con tanto impegno e tanti sforzi, hai cominciato a vedere dei risultati, magari anche migliori di quelli che ti aspettavi.


Ti senti grato, con l’autostima di un leone capobranco.


Finalmente ce la stai facendo!


Poi, accade qualcosa.


Può essere il cambio del piano marketing, oppure la sparizione di un prodotto che andava alla grande.


Improvvisamente, ti trovi a combattere gli Unni armato solo di un cucchiaino, perché il tuo comandante ha deciso di toglierti la spada.


Il motivo? Un mistero.


A questo punto della storia, ti dovresti incazzare.


Ma se ho imparato qualcosa in tutti questi anni passati nel settore, in mezzo alla gente, ti posso dire che sono quasi certo che non lo farai.


Anzi, ti posso dire con un 99% di certezza che la prima cosa che farai sarà giustificare la tua azienda.


“Ci sarà un motivo se l’hanno fatto”, ti dirai, e continuerai a lottare armato di cucchiaino.


Solo che i tuoi risultati precipiteranno, ti troverai incastrato in una dimensione che non era quella che ti sei costruito.


Ma ancora non ti verrà in mente che dipende da quel maledetto cucchiaino che tieni in mano, casomai penserai “Cosa mi è successo? Prima ero fortissimo, devo fare qualcosa di più o non arrivo a fine mese”.


Di nuovo.


Quello che doveva essere il tuo cambio vita, è diventato l’ennesimo lavoro come un altro.


In questo, però, c’è qualcosa di diverso.


Il senso di colpa.


Quando le cose non vanno sembra sempre, infatti, che tu abbia ricevuto molto più di quanto hai dato.


Non conta quanto tu ci abbia messo la faccia, il tuo tempo, il tuo denaro, la tua visibilità, i tuoi contatti: sei sempre un ingrato.


Incredibilmente, però, non è ancora arrivato il momento dell’incazzatura.


Sai perché?


Perché spesso non vogliamo vedere che a ferirci, a farci più del male sono le persone di cui ci fidavamo, a cui abbiamo dato in mano il nostro futuro e le nostre speranze.


Lo capisco, sai.


E non ti giudicherò se adesso, chiedendoti se hai mai sofferto di qualche tipo di sindrome di Stoccolma, mi dirai di sì.


Può succedere, non sentirla come l’ennesima colpa.


Non sono qui per questo, anzi.


Sono qui per aiutarti, se posso, ad aprire gli occhi.


E posso farlo proprio perché anche io, in prima persona, ho vissuto una situazione simile.


Se leggendo questo post ti sei sentito chiamato in causa, se pensandoci bene in fin dei conti anche tu stai vivendo la tua personale sindrome di Stoccolma, questo è il segnale di cui avevi bisogno.


Non sei obbligato a combattere armato di cucchiaino, sai.


Il mondo è grande e pieno di VERE opportunità.


Esistono aziende in cui i collaboratori non sono limoni da spremere, ma persone con del potenziale che ha solo bisogno di essere scoperto.


Aziende che ti incoraggiano, in cui non sei solo un mattoncino in un castello in cui c’è chi banchetta, e a te restano solo le briciole.


Posso assicurartelo.


Lo so, ci vuole coraggio a lasciare ciò che si conosce per fare un salto nell’ignoto.


Sono consapevole che è molto più facile vivere di ricordi, ripensare ai tempi in cui tutto andava bene, magari pure con una lacrimuccia di nostalgia, e rifiutarsi di buttarsi senza rete nel nuovo.


E se rimango di nuovo deluso?


E se, ti dico io, invece spicchi il volo per davvero e scopri che sei fortissimo?


Se i tuoi guadagni raddoppiano, triplicano, perché non ci sono trucchetti, non c’è un ambiente tossico ma solo una grande squadra che crede in te?


Potrebbe sembrare troppo bello per essere vero, ma ti assicuro che non lo è.


Come si suol dire, inspira coraggio ed espira paura.


Fai quella scelta, la tua nuova vita ti aspetta.


Sei pronto? Scrivimi, ti aspetto qui!


Mattia B.




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