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Immagine del redattoreMattia Bizzotto

[STAI CONTINUANDO AD IMPARARE?]

Oggi voglio parlarti di una categoria di networker che, se sei del mestiere, avrai incontrato almeno una volta.


Il networker spaccone.


Il networker spaccone è quello che ti guarda dall’alto della sua posizione, che alita sulla sua tanto agognata spilla e la lucida col polso della giacca, che per sembrare più ricco indossa un grosso, pacchiano, orologio falso.


Hai presente il tipo, no?


Ecco, questo è il prototipo di persona che più non sopporto nel nostro ambiente, e che anzi ritengo proprio dannosa per la nostra categoria.


Mettiamo che io sia un giovane interessato a intraprendere questa favolosa carriera.


Vado dal networker sborone e gli chiedo come posso fare, a raggiungere quei livelli.


Lui mi guarda con sufficienza e inizia a snocciolarmi tutti i suoi successi, tutte le downline che ha in giro per il mondo, quanto guadagna, e magari deridendo pure il settore che ho scelto per entrare nel giro.


Ecco, se io fossi davvero un giovane che si affaccia al mondo del network marketing, mi farei due domande, del tipo: ma se ai vertici sono così, chi me lo fa fare?


Non fa una piega.


Quello che posso dirti è che, per fortuna, gli sboroni ci sono ma sono molto meno delle persone umili e collaborative.


Che poi per carità, anche lo sborone di turno avrà faticato per arrivare dov’è, mandando giù e stringendo i denti.


Per come la vedo io, però, non è un buon motivo per diventare così.


Non ti nego che a un certo punto della mia carriera ci sono quasi cascato anche io, nel diventare uno spaccone.


Quando ho cominciato a salire sui palchi enormi, con migliaia di persone sotto. Quando ho visto arrivare i primi successi economici, ho un po’ vacillato.


Ed è in quel momento che la vita mi ha fatto fare un bel bagno di umiltà. Sono caduto e mi sono dovuto rialzare, stavolta tenendo bene a mente però da dove ero partito.


Ci siamo passati tutti, per quella fase che possiamo riassumere come gavetta. Avere qualcuno che ti incoraggia e crede in te, però, in quei momenti fa tutta la differenza del mondo.


Lo spaccone ci tiene a farti sapere che fa tanti soldi. Ma quanti di questi guadagni vengono poi condivisi con la sua squadra?


Te lo dico io, poche briciole che bastano solo a coprire le spese. Sempre se bastano.


Il principale interesse del networker spaccone è guadagnare, fare i soldoni, diventare mega ricco.


Che è esattamente il contrario di come io intendo questo mestiere.


Sai qual è la mia priorità? Le persone.


Vedere la mia squadra che si realizza, uomini e donne che vengono da me a dirmi che grazie a questo mestiere la loro vita è cambiata, che ora ce l’hanno, una vita.


Osservare donne che diventano indipendenti economicamente, uomini che possono mantenere la loro famiglia senza dover rinunciare a vedere i loro figli crescere (mi ci metto anch'io tra loro, perché come giovane papà non riesco a immaginare cosa possa voler dire stare tanto tempo lontano da casa per fare un lavoro che odi).


Sarà che io lo so che questo mestiere non è un gioco, che si arriva ad avere successo solo se si ama davvero quello che si fa, se ci si dedica veramente con tutto il cuore.


Io l’ho sempre fatto, con tutta l’umiltà di chi sa di avere ancora tanto da imparare, e che anzi se incontra qualcuno di più in alto vuole carpirne i segreti, studiare la sua via verso il successo.


Sai cosa mi ha detto il mio primo datore di lavoro quando facevo il falegname a 16 anni?


Bocia, vedi che smetterai di imparare quando esalerai l’ultimo respiro.


Io quella frase me la sono tatuata nella testa proprio, ed è con questo mindset che vivo ogni giorno della mia vita da allora.


Qual è la differenza tra me e il networker spaccone, dici? Che io la notte dormo tranquillo e che ho una squadra che mi stima, lui… non penso proprio.


E tu, hai mai conosciuto un networker spaccone?


Scrivimi, ti aspetto qui!


Mattia B.




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