Sai, non mi sono mai piaciute tanto le persone responsabili.
Non fraintendermi, non voglio dire che amo chi non si prende la responsabilità delle sue azioni, anzi.
È che non sopporto chi, dietro alla maschera dell’essere responsabile, nasconde qualsiasi cosa.
Per esempio, chi sul lavoro dice di essere responsabile di un team, ma poi scarica sempre la colpa su qualcun altro.
Un genitore che se sparisce dalla vita di suo figlio, mostrando la propria “responsabilità” sotto forma di un misero assegno quando si ricorda.
Il colpevole di un incidente, che paga quello che deve e esce fuori a farlo di nuovo.
Non so a te, ma a me questo tipo di responsabilità pare solo un modo per pararsi il culo quando le cose si mettono male.
Alle persone responsabili, io ho sempre preferito quelle affidabili.
Quelle che pensano prima di parlare, di agire.
Che non si prendono la “responsabilità” dei propri errori dopo averli fatti, ma che provano a non commetterne proprio.
Che poi per carità, non ho nulla contro chi fa degli errori, anzi.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra, penso che nessuno al mondo potrebbe mai lanciarla, io compreso.
È perfettamente umano fare errori, e anzi serve per crescere e migliorarsi.
Cosa che accade, però, solo se si impara dallo sbaglio commesso.
Se alzi le spalle e vai avanti mettendoci sopra una toppa che ti serve a dormire tranquillo la notte, mi spiace ma non sei la persona adatta a me.
Conosco “colleghi” del settore che lo fanno in continuazione con il loro team.
Qualcosa va storto, magari si va anche in perdita.
Ecco, non è che dicono “Cavolo, ho sbagliato qualcosa mi pare chiaro, andiamo a vedere che cosa”.
Fanno spallucce e si convincono che loro non c’entrano nulla, che è quel collaboratore x che ha fatto la cosa y ad aver mandato tutto a monte, non loro.
Sai, io ho sempre creduto alla cosa che il capitano è l’ultimo che deve abbandonare la nave.
Non esiste chi vince e chi perde in una squadra.
Se anche l’ultimo dei mozzi commette un errore che manda a picco la nave, affondiamo tutti, non solo lui.
E mentre sei con l’acqua alla gola non credo che ti importi se il buco l’hai fatto tu o qualcun altro, no?
Ecco, dovrebbe essere così sempre.
Se qualcosa nella tua downline va male, non dovresti chiudere la questione semplicemente dicendoti che non è colpa tua.
È sempre una tua responsabilità, quella vera però.
Quella che ti fa dire che se sbaglia uno, sbagliamo tutti. Tu per primo, che dovresti essere la guida per il tuo team.
Sederti con il tuo collaboratore e capire cosa non è andato, aiutarlo a non rifare lo stesso errore ti rende il tipo di persona affidabile che piace a me.
Non fraintendermi, non intendo che dovresti diventare un baby sitter a tempo pieno.
Sai come si dice, non spingere su per le scale chi non le vuole salire.
Però con chi ti dà tutto, sì che dovresti essere affidabile.
Ma non solo.
Le prime vere responsabilità dovresti prendertele con te stesso.
Avere successo o fallire è una decisione, credo che tu lo sappia.
La tua affidabilità non è destinata solo agli altri, ma deve innanzitutto andare verso te stesso.
Io credo di essere diventato affidabile, negli anni.
Facendomi strada in questo campo partendo dal basso, ho visto come si sono comportati con me in certi casi e mi sono detto che mai avrei fatto lo stesso con il mio team.
Ho sempre tenuto fede ai miei sogni e ai miei valori, e ne raccolgo i frutti.
Insomma, credo proprio di esserci riuscito.
E tu, pensi di essere più responsabile o affidabile?
Scrivimi, ti aspetto qui!
Mattia B.
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