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Immagine del redattoreMattia Bizzotto

[CORRERE PER RESTARE FERMO]

Di’ la verità.


Quanto ti dà fastidio sapere che ti impegni, fai sacrifici, spendi soldi ogni mese (anche più di quelli che guadagni) per mantenere su il tuo network e poi arriva il genio di turno, che magari ci sta mettendo un decimo di quello che stai dando tu, in un’azienda da un decimo del tempo in cui tu sei nella tua, ma sta ottenendo dieci volte i tuoi risultati?


E magari ti dicono pure che l’unica cosa che conta nel network sei tu e quanto impegno ci metti (cosa verissima, ma che va approfondita un po’).


Così, oltre a essere incazzato ti senti pure in colpa.


Ti dico quanto dà fastidio a me, tutto questo.


Tanto, tantissimo.


Per prima cosa, ogni persona che si approccia al mondo del network lo fa in un momento diverso della sua vita.


Può essere una fase più forte come una più debole, non si può sapere prima quando una persona sarà pronta a fare il grande salto.


Non serve paragonarsi agli altri, se non si tiene conto di tutto questo.


Ma è così sbagliato, invece, prendere gli altri come metro di paragone per farsi delle domande su se stessi?


Certo, non ci sono dubbi che è il networker a fare la differenza.


A parità di azienda, piano marketing, prodotto, quello che farà la differenza sarai sempre TU.


Ecco perché anche in aziende di estremo successo ci sono persone che falliscono, oppure centinaia di persone hanno avuto invece grandi risultati in aziende che sono state mollate da migliaia prima di loro.


Vedi, se non hai voglia di metterti in gioco, o di rinunciare a qualcosa ora per investire sul futuro, le possibilità sono poche.


Per carità, non lo dico con giudizio.


Capisco che non tutti hanno voglia di essere dei martiri, nella misura in cui fare rinunce anche grandi ha un peso sulla tua vita, un peso nemmeno tanto piccolo, almeno all’inizio.


Ci vuole saggezza a prendere i primi guadagni che ottieni e, invece di spenderteli per qualcosa che ti piace, investirli nella tua formazione.


O anche, ci vuole una vision, direi.


Parliamoci chiaro, il network può anche essere solo un “secondo lavoro”, quella cosa che fai per arrotondare, diciamo.


Anzi, in realtà l’idea originaria sarebbe questa.


Quindi non c’è nulla di male se ti spendi in sfizi tutto quello che hai guadagnato.


Io qui, però, sto parlando di fare carriera. Di farlo diventare la tua professione, e vedere i risultati.


Sto proprio parlando di cambiare la tua vita!


La cosa che mi piace di questo mondo è che, in teoria, chiunque può farcela.


Non importa se hai studiato, se hai esperienza, se sei bello o brutto.


Le possibilità ci sono, per tutti, io sono un ex falegname non diplomato, vedi tu.


Ho detto in teoria, però, e non l’ho detto a caso.


Non si può vincere un Gran Premio di Formula 1 con una Punto.


Non dipende da quanto sei bravo a guidare.


Semplicemente non puoi, ogni tanto è giusto essere anche freddamente obiettivi.


Anche se ce la metti tutta, ci saranno dei limiti oggettivi che ti faranno comunque arrivare ultimo.


Lo stesso vale per il network.


Se sei in un’azienda in cui tutti se ne vanno, o in cui pochissimi fanno davvero successo, forse il problema non sei tu.


Intendiamoci, io per primo, in tutte le aziende in cui sono stato, mi sono chiesto mille volte cosa potevo fare di diverso per arrivare a dei risultati migliori, anche nei periodi più bui non ho mai incolpato le mancanze dell’azienda, anche se erano palesemnte visibili, ma ho sempre incolpato me stesso.


Ma sai, a volte tutto questo va oltre te stesso.


In certi casi, a volte è davvero colpa degli altri.


Se la struttura è pensata per far crescere solo pochi elementi.


Se i prodotti cambiano in continuazione o non puoi contare sull’affidabilità e la costanza della presenza di quel prodotto.


Se, insomma, il sistema non funziona.


Non sei tu il responsabile.


E non devi vivere un’esperienza non proprio positiva in questo campo come un fallimento, e ti do due motivi.


Il primo è che, per quanto male possa essere andata la tua esperienza di distribuzione, avrai investito in un kit iniziale di prodotti che hanno fatto solo che bene per primo a te, e poi agli altri con cui sarai entrato in contatto.


Il secondo è che hai scoperto una nuova passione, e non ti devi far scoraggiare dall’ambiente.


Si può sempre cambiare, sai?


Non c’è nulla di male nel fermarsi, ringraziare e cambiare azienda.


Mica avrai avuto solo un partner nella vita, no?


Ecco, nulla è scritto nella pietra.


C’è solo una cosa che devi sempre tenere a mente: la tua realizzazione personale.


E no, non è sempre colpa tua se i risultati non arrivano.


Vuoi sapere se è il tuo caso?


Scrivimi, ti aspetto qui!


Mattia B.


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